Riempio lo zaino con 7 chili di oggetti vari per simulare quello che sarà il mio bagaglio futuro, afferro la macchina fotografica uscendo di fretta, indosso il pile e le scarpe da trekking e parto. Fuori casa mi aspettano Andrea e Valentina; siamo pronti per una bella passeggiata al Parco del Ticino: il mio primo allenamento. Pronti… partenza… via! Stiamo macinando quelli che io considero i primi chilometri del cammino; proprio così: oggi ho mosso i miei primi passi verso Santiago anche se ora mi trovo di nuovo a casa mia seduta davanti al computer. Il cammino è una tappa lunga una decina di giorni di un Cammino ben più impegnativo, ma sono convinta che la sua importanza non si esaurisca a quel breve lasso di tempo; già a partire da oggi ho incominciato a beneficiare della sua influenza: viaggiare a contatto con la natura e con se stessi, guardare tutto ciò che ci circonda con grande ammirazione, dimenticarsi dell’orologio, dialogare e confrontarsi lungo il viaggio, pensare e camminare, camminare e pensare… ma anche litigare con un ginocchio che decide di fare male a causa del freddo, trovarsi a metà strada per il ritorno quando ormai il sole è calato oltre l’orizzonte senza nemmeno una torcia, attraversare un piccolo bosco al buio attenti ad ogni minimo rumore… e così scopri lo spirito del pellegrino anche a una manciata di chilometri da casa tua, e si allargano i tuoi orizzonti e percepisci il mondo intero come tua casa: una casa senza pareti né confini e con il Cielo come tetto…
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