lunedì 4 febbraio 2008

Sotto la pioggia

Era da due giorni che riflettevo sull'opportunità di andare a camminaro questo lunedì. Suona la sveglia, come al solito, via di corsa in bagno. Apro la finestra della camera: "Sta piovendo, bene, si va a camminare". Proprio così, il contrario di ogni ragionamento sensato (o forse). Durante il cammino di Santiago non si può sapere che tempo si incontrerà e provare già oggi a passeggiare sotto la pioggia senza l'ombrello è un modo come un altro per entrare nell'ottica di cosa ci attende. Già mio fratello mi aveva consigliaro di andare a fare due passi per distendersi un po' dalle varie incavolature (anche i preti nel loro piccolo si...). E così si comunica alla mamma: "Vado a camminare"... sogghigno rivelativo del pensiero ("Matto!")... per fortuna sono 34 anni che sa che lo sono e che non cambio idea quando faccio un'affermazione così lapidaria e definitiva. Arrivo al solito punto di partenza... metto su la mantellina... "Che schifo di mantellina..." bisognerà cambiarla! Mi sono tornate in mente quelle dai colori brutti che usavamo noi animatori ai nostri campiscuola che però ci piacevono tanto perchè ci davano un look un po' misterioso... quelle sì che aderivano al corpo e non sembravano delle corazze... sta di fatto che non piove! Come la mettiamo? "Il cammino ti chiama..." camminiamo! Ci si guarda intorno e il paesaggio lo si conosce già, ma c'è sembre qualcosa di nuovo da vedere... si prova a fare qualche percorso alternativo e si finisce sulla spiaggia del Ticino dopo essersi fatti infilzare un po' dalle spine... ma è così divertente l'avventura... Guardi in giro e finisci in una pozzanghera... guardi di nuovo ingiro e finisci in un'altra... guardi avanti a te e non vedi più ciò che ti circonda e noti che dalla pozzanchera puoi vedere il cielo sopra di te... interessante, ma non del tutto soddisfacente! Ok, decido di guardare intorno e basta, le pozzanghere non possono far paura... ricomincia a piovere... niente mantellina, c'è il giubbotto, basta e avanza, e il ritorno lo si fa decisamente orientati a camminare volutamente dentro a tutte le pozzanghere che si incontrano, alla prima mi sono voltato a vedere se c'era in giro qualcuno... per non fare brutta figua, ma poi ci ho preso gusto, e ho pattinato sul fango e ho fatto fare il sommergibile agli scarponi. Che sensazione di libertà! Finalmente liberi di essere se stessi in un mondo che ti tiene continuamente sotto giudizio! Il Cammino di Santiago, già nella sua preparazione, mi sta forgiando alla libertà innanzitutto interiore, chi sa che non faccia fare dei progressi anche in quella esteriore... chi vivrà vedrà... Sta di fatto che un pensiero quest'oggi mi ha sfiorato e lo voglio condividere: "non ci si deve sottomettere a nessuno se non a Dio, non perchè ha sempre ragione, ma perchè ci ama!"

2 commenti:

Arianna ha detto...

Anch'io sono uscita in escursione oggi! Ho camminato solo una mezz'ora, in solitaria, ma passare per le strade con le scarpe da trekking, lo zaino sulla schiena e sopra a tutto, il poncho, mi faceva assomigliare un po' troppo al gobbo Igor di Frankenstein Junior... e nonostante fossi partita da casa spavalda e decisa a godere pienamente della mia libertà, al passaggio delle macchine abbassavo il capo per nascondere almeno un po' il viso nel cappuccio. Arrivata alla stazione ho fatto una scoperta piuttosto interessante: la mia mantella... beh, non è impermeabile!!! Ha resistito finchè ha potuto, poi ho incominciato a sentire la fodera umida e prima di arrivare a casa ero zuppa.
Inoltre ho messo a fuoco che contrariamente a quello che si dice, faccio fatica a meditare mentre cammino: la mente tende a volare leggera senza disciplina e a volte anche senza pensieri, semplicemente assaporando quello che vede e sente; a volte solo distaccandosi e basta, come in un piacevole stand-by, come ipnotizzata dal ritmo costante dei miei passi, oggi anche cullata dal dolce rumore della pioggia. E arrivata a destinazione, riparata sotto una tettoia, la mente è ripartita e finalmente sono riuscita a riflettere su quello che da un po' mi dava del filo da torcere. A nulla sono serviti i buoni propositi per il ritorno durante il quale il pensiero, nonostante avevo deciso fermamente di convogliarlo dove mi serviva, ha ricominciato a vagare in luoghi indefiniti gustandosi questa passeggiata così anomala. Il freddo ha iniziato a farsi sentire sul serio e a penetrare nelle ossa nell'ultimo tratto di strada e arrivata a casa, per fortuna sono stata accolta con un buon the caldo. Anche per me quindi serve un impermeabile nuovo; unico requisito fondamentale: essere impermeabile!

Anonimo ha detto...

Anche noi siamo andati a camminare ieri. Un pochino di nascosto dalla razionalità che avrebbe consigliato di non andare. Dopo alcuni indecisioni decidiamo di partire. Scarponi, mantella e tanta voglia di godere nuove sensazioni di una camminata sotto l'acqua. Partiamo che il giorno ormai finisce, meta la chiesetta di san Giovanni. C'è un misto di euforia per quello che si fa e una curiosità di chi ci vede. Ma non ci sentiamo a disagio. La strada è anche nostra. I discorsi di sempre sono allegramente disturbati dalle gocce di acqua sulla mantella o dal pericolo di colare a picco in una pozzanghera. Meta raggiunta, due minuti per scrollarci di dosso un pochino d'acqua sotto al portico della chiesa. E alcuni attimi per osservare intorno. Ci sono case, finestre illuminate e persone che ormai preparano la cena, la strada lastricata davanti a noi viene segnata dalle auto che lasciano strisce nell'acqua, alcuni ragazzi passano, non si sente nessuna voce, silenzio. E sulla via del ritorno tanta serenità. Riflettendoci oggi, pensavo a quanto poco basti per rendere migliore una giornata.